mercoledì 10 dicembre 2014

Kenya - Agosto 2010



DIARIO DI VIAGGIO:

Inizialmente questo viaggio era solo un'idea, più che altro un sogno, ispirato dalla lettura di diversi diari sui safari tra il Kenya e la Tanzania, che fortunatamente si è concretizzato con il tempo grazie al fortissimo desiderio del nostro gruppo di 6 persone, tra cui i nostri amici di Palermo conosciuti in crociera sul Nilo.

Dopo 8 ore di volo atterriamo il 17 Agosto all'aeroporto di Mombasa (1 ora in più rispetto all'Italia quando c'è l'ora legale, altrimenti 2 ore di differenza). La coda per il visto è interminabile, un'ora in piedi con un'afa incredibile. Paghiamo i 20€ a testa del visto e finalmente saliamo sul pulmann che ci porterà in albergo. L'impatto con questa nuova realtà per me è molto forte e toccante, non mi aspettavo una povertà del genere...
Durante le dure ore di strada asfaltata che ci separano dall'albergo ho l'opportunità di rendermi conto di come vivono qui. Ai bordi della strada principalmente si trovano villaggi composti da capanne costruite con legnetti e terra rossa/fango, prive di elettricità dove in alcune occasioni gli abitanti devono camminare per svariati chilometri per poter raggiungere i pozzi d'acqua. 
I bambini che ci vedono passare col pullman ci salutano con la manina e ci urlano un bel CIAOOOO!
Il nostro albergo, il Garoda Resort si trova a Watamu. Appena arrivati ci danno il benvenuto con un drink ovvero latte di cocco dentro una noce di cocco tagliata a metà e ci cantano la canzone Jambo che poi diventerà un tormentone.


Giusy e Gabry con il cocktail di benvenuto
Dopo il briefing e il pranzo passiamo la giornata in tranquillità in albergo e nella bella spiaggia di sabbia bianca antistante. Peccato per il vento che alza la sabbia e increspa il mare e per i beach boys che, appostati in spiaggia, non aspettano altro che tu vada a fare il bagno per cercare di venderti qualche escursione. Parlano quasi tutti l'italiano, alcuni molto bene e quasi tutti accettano l'Euro.
Il pomeriggio incontriamo, fuori dall'albergo, Luigi Kassim un ragazzo favoloso che abbiamo contattato tramite mail dall'Italia che ha aperto insieme ad un altro socio un'agenzia che organizza safari ed escursioni, ecco il suo sito web Kenya - Safari. E' un ragazzo veramente affidabile, puntualissimo e serio. Parla benissimo l'italiano e tiene molto al fatto che tutte le cose vadano alla perfezione. Programmiamo con lui un pacchetto che comprende Safari Blu + Safari 2 giorni e 1 notte con Jeep privata a 250€ a persona. Ceniamo e poi andiamo a dormire.


Io e Mary sulla spiaggia del Garoda Resort

Ci ritroviamo alle h 10 con Luigi che ci accompagna davanti alla barchetta che i beach boys utilizzano per il Safari Blu.
La barchetta ci porta in mezzo alle mangrovie, il giro è molto caratteristico perché l'acqua è bassa e limpidissima e sui lati è pieno di vegetazione, non sembra neanche di stare in mezzo all'oceano. Di tanto in tanto vediamo qualche uccello strano e un airone grigio, facciamo una piccola sosta per fare il bagno.


Safari Blu
Luigi Kassim
Mangrovie

Il programma prevede teoricamente il pranzo a Sardegna 2 che è una lingua di sabbia in mezzo all'oceano ma il vento purtroppo non ce lo consente, per cui ci portano in un posto che loro chiamano Sud Island dove ci cucinano il pesce sulla griglia e ci offrono un bel piattone di riso con sugo di pomodoro e cocco.




Intorno ai tavoli è pieno di ragazzi che cercano di venderti statuette, bracciali, collane e ti propongono di fare un giro in canoa a soli 5€ a testa e siccome abbiamo ancora un pò di tempo prima di ripartire accettiamo di fare il giro.
Queste canoe sono troppo caratteristiche, le intagliano loro nel legno grezzo e parlando con uno di loro mi racconta che le usano come mezzo di trasporto per venire dal villaggio al lavoro.
Saliamo in tre e veniamo accompagnati da un ragazzo che dirige la canoa con un bastone e conosce pochissime parole in italiano, riusciamo comunque a capirci in qualche modo. Durante questo breve giretto ci fanno vedere questi granchietti troppo simpatici che loro chiamano "granchi blu" che hanno la particolarità che il maschio ha soltanto una chela grossa mentre la femmina le ha entrambe ma più piccole rispetto a quelle del maschio. In realtà non sono proprio blu, ha il corpo nero e le chele rosse. 
Ci mostrano le uova di barracuda che stanno appese alle radici delle mangrovie sott'acqua e un nido d'aquila.
Attraversando le mangrovie il silenzio è assoluto, solo il rumore dell'acqua e gli uccelli che cantano ci accompagnano in questa bellissima esperienza.



Granchio blu maschio
Uova di barracuda
E' ora di riprendere la barca per andare a fare snorkeling. Io decido di rimanere sulla barca per via del vento e dò da mangiare ai pesci che prendono senza paura il pane dalle mie mani. Gli squali non ci sono perché si trovano oltre la terza barriera corallina quindi fortunatamente molto lontani.
Nel tragitto di ritorno in albergo si crea un'atmosfera giocosa e allegra... tutti si mettono a cantare "Jambo" accompagnati dai tamburelli e perfino la canzone italiana "Marina".
Il tardo pomeriggio lo passiamo in piscina e la sera dopo cena cantiamo qualche canzoncina al piano bar dentro l'albergo.






Finalmente è arrivato il giorno che aspettavo da una vita... il nostro primo giorno di SAFARI. Ci troviamo alle h 6.30 con Luigi Kassim e Federico che sarà il nostro autista per tutto il tempo (i nomi sono in italiano per farceli ricordare più facilmente). A metà strada facciamo una sosta in un punto panoramico dove un gruppo di bambini e ragazzi ci cantano le canzoni del posto (Jambo non manca all'appello) e vengo assalita da una tristezza immensa. Non riesco a trattenere le lacrime e mi giro dall'altra parte per non farmi vedere. Non sono neanche riuscita a guardarli negli occhi, ero troppo emozionata.





Prima di entrare nel Parco Nazionale dello Tsavo East attraversiamo il negozietto per andare in bagno dopo diverse ore di viaggio e andiamo vicino al fiume dove vediamo due coccodrilli, facciamo delle foto abbastanza ravvicinate (circa 4 metri di distanza), ovviamente ci raccomandano di stare attenti perché i coccodrilli sono molto veloci e pericolosi. Facciamo amicizia con qualche scimmietta simpatica.






Qui prendiamo la decisione di prolungare il nostro safari di in un giorno e una notte in più e di andare anche nel parco dell'Amboseli, decisione più che azzeccata perché sono due parchi molto diversi, sia per la fauna che per la flora. Sono le h 10 quando comincia il nostro Game Drive.
Il primo animale che vediamo è un elefante che ci attraversa la strada, qualche struzzo anche se non molto da vicino, antilopi e impala in quantità, qualche zebra timida e impaurita e sulla destra vediamo un gruppo di ippopotami che si rinfrescano nell'acqua.









Quando avevo ormai perso le speranze, ecco che Federico (l'autista) come molti altri fa un breve fuoripista per poter ammirare sotto un cespuglio un bellissimo leone che ci osserva con i suoi bellissimi occhioni gialli. L'emozione è forte perché il leone è davvero vicino (4-5 metri a dir tanto) ma lui è tranquillissimo. Comincia giustamente ad irritarsi un pò quando arrivano tutti gli altri pulmini per ammirarlo.
Subito dopo abbiamo la fortuna di incontrare uno sciacallo che va di corsa, infatti è uno dei più difficili da avvistare perché scappano in fretta, noi lo becchiamo in un momento particolare...





Per strada troviamo qualche babbuino seduto sul ciglio della strada che ci osserva.




E dopo tutte queste ore di macchina arriviamo al Voi Wildlife Lodge dove ci danno il benvenuto con un drink e ci assegnano la camera. Questo lodge è meraviglioso per diversi motivi, per prima cosa ha una palafitta di legno che loro chiamano Game Watch Terrace che si affaccia vicino ad una pozza d'acqua dove all'alba e al tramonto vengono ad abbeverarsi gli animali. In secondo luogo le camere sono molto spaziose perché sono composte da due letti matrimoniali più un lettino singolo ed ha una parete completamente di vetro che affaccia sulla savana, insomma uno spettacolo... E' completamente al sicuro in quanto è circondato da recinzioni elettrificate. All'interno del Lodge c'è anche una piscina che purtroppo non abbiamo avuto il tempo di provare. Il ristorante è a buffet, il cibo è ottimo le bevande però non sono comprese nel prezzo e si possono pagare esclusivamente in scellini kenyoti.


Voi Wildlife Lodge
Camera vista savana
Piscina Voi Lodge
Scellino kenyota
Game watch terrace
Io e Gabry al Voi Lodge

Gabry dalla Game watch terrace

Il pomeriggio lo dedichiamo ancora ad un altro Game Drive dove abbiamo la fortuna sfacciata di incontrare per strada una bellissima leonessa che ci passa accanto. Che emozione! Subito dopo corriamo un pò più avanti perché è stato avvistato un ghepardo, anche lui bellissimo, peccato che era lontano e le foto sono venute un pò sfuocate, in ogni caso con il binocolo si vedeva alla perfezione.





Stiamo per rientrare al Lodge quando ci attraversa la strada un'elefantessa con il suo cucciolo. Dato che le elefantesse sono molto protettive con i piccoli, ci siamo meritati un bel barrito solo per il fatto di trovarci lì vicino. La paura è tanta perché è molto vicina e sta per attaccarci, prontamente Federico riparte e ci porta in salvo. Dopo cena ci riuniamo sulla terrazza per ammirare l'ippopotamo che bruca l'erba e cerco di fare una foto con l'autoscatto a tutta la compagnia. Ed ecco che... disastro... la mia macchina digitale cade dalla sedia e si incastra l'obbiettivo per cui non riesco più ad accenderla. Vado a letto disperata e tristissima. Non è possibile che si sia rotta proprio al primo giorno di safari.





Mi sveglio alle h 6 ancora più triste pensando alla mia macchina digitale e quindi tento il tutto per tutto. Spingo con tutte le mie forze l'obbiettivo dentro la digitale e ... miracolo... la macchina funziona ancora. Non potete immaginare che felicità, per me i ricordi sono fondamentali. 
Facciamo l'ultimo piccolo Game Drive mattutino allo Tsavo dove vediamo un leone e una leonessa che riposano vicino ai cespugli ma purtroppo non sono vicinissimi.






Usciamo dal parco e ci dirigiamo verso l'Amboseli. Ancora prima di entrare nel parco vediamo delle elegantissime giraffe ed una volta entrati andiamo subito al Kibo Camp, la nostra sistemazione per questa notte.
Ci assegnano le tende e andiamo subito a pranzare. Qua la qualità del cibo è scarsa, anche il buffet non offre un'ampia scelta però entriamo in contatto con una ragazza di nome Alis, una ragazza squisita che fa la cameriera molto gentile e simpatica (comunichiamo in inglese), anche qua le bevande sono escluse ma perlomeno si possono pagare in euro.


Kibo Camp
La nostra tenda
Tende Kibo Camp
Alle h 16 inizia il nostro Game Drive all'Amboseli, ci accorgiamo subito che il paesaggio rispetto a quello dello Tsavo è differente, qua c'è una vegetazione rigogliosa, c'è anche uno stagno con i fenicotteri rosa e gli alberi e l'erba sono molto verdi.
Vediamo subito degli gnu vicino a delle zebre, elefanti in grandi quantità tanto da poterci fare un album fotografico e finalmente ci avviciniamo alla tana dove ci sono i cuccioli di iena, troppo teneri... Con la jeep gli siamo vicinissimo e loro non sembrano avere un minimo di timore. Sullo sfondo svetta imponente il Kilimangiaro.
E' arrivato il tramonto quindi è ora di rientrare.

Kilimangiaro

Gnu - Amboseli
Elefanti - Amboseli
Fenicotteri - Amboseli
Iena addormentata - Amboseli
Iena - Amboseli
Tramonto - Amboseli
Dopo cena nel giardinetto accendono il fuoco e mettono le sedie intorno, stanno per arrivare i Masai.
Le danze Masai sono molto particolari, ritraggono i diversi momenti legati alla caccia, a tratti quasi buffe per via dei versi e degli urletti che fanno i Masai, ma troppo uniche.
Rientriamo in tenda per andare a dormire, ci facciamo una doccia ma l'acqua calda non c'è e a tratti va con il contagocce (così come il water e il lavandino). La luce che va a intermittenza la tengono accesa fino alle 23 e poi viene completamente staccata fino al mattino.


Danze Masai
Ci svegliamo di buon'ora completamente infreddoliti dall'escursione termica, pensare che per riscaldarci abbiamo dormito nello stesso lettino singolo con la coperta di lana e nonostante questo abbiamo patito ugualmente il freddo...
Partiamo per il nostro ultimo Game Drive e vediamo un avvoltoio su un albero lontano e un'aquila pescatrice. Usciti dal parco torniamo verso Watamu. Per pranzo ci fermiamo in un albergo in un paesino chiamato Voi dove mangiamo discretamente e paghiamo le bevande in euro.
Dopo qualche ora attraversiamo la città di Mombasa e alle h 17.30 finalmente rientriamo alla base dove salutiamo il nostro autista Federico e gli lasciamo una mancia.
Rifarei quest'esperienza mille volte e mille volte ancora, nonostante la fatica.
Ceniamo e poi andiamo a nanna.


Avvoltoio
Aquila pescatrice
Pranzo a "Voi"
Alle h 9 ci troviamo con Luigi Kassim e andiamo a visitare Hell's Kitchen (Marafa), si tratta di una specie di canyon scavato e levigato dalla sabbia, dal vento e dall'acqua con stupendi colori che passano dal giallo al bianco e dal rosso al marrone. Qui ci divertiamo anche a colorarci il viso con i colori lasciati naturalmente dalle pietre.


Il gruppo a Marafa
Hell's Kitchen (Marafa)
Gabry a Marafa



Una volta finito il tour guidato, per pranzo ci portano sull'isola di Robinson, intorno l'acqua è limpidissima e questo posto ci rimarrà nel cuore per diversi motivi. All'entrata attraversiamo un corridoio costruito con pezzi di legno che scricchiolano ad ogni soffiata di vento e quando entriamo nella mega capanna con il tetto di paglia... sorpresa... ci accoglie un'atmosfera magica e allegra. La tavola è apparecchiata e ci sono petali di fiori sparsi sul tavolo. Le sedie e i tavoli sono tutte in legno grezzo rifinito a mano e la cosa meravigliosa è che al posto del cemento per terra c'è della morbida sabbia. Ci portano da mangiare di tutto e di più e dopo pranzo ci rilassiamo sui tappeti.
Purtroppo è giunta l'ora di andarsene e il barcaiolo si ferma improvvisamente in mezzo al mare, tra una sponda e l'altra e comincia a cantare Jambo e poi Marina, quest'uomo è un mito, troppo simpatico.
Prima di salire sul pulmino chiedo a un bambino "vuoi una matita?" lui guarda il suo amico e scoppia a ridere a mi fa cenno di no con la testa. Io tra me e me penso: ma guarda un pò, adesso disprezzano pure le matite. Ad un certo punto ne tiro fuori un pò e vedo che corrono tutti verso di me per prenderle, compreso lo stesso bambino. Quando ripartiamo chiedo per curiosità a Luigi se per loro la parola matita significa qualcosa in swahili, mi risponde che per loro "matiti" significa tette... Ora si spiega il comportamento del bimbo ah ah ah


Robinson Island







Proseguiamo verso Mumbrui dove Luigi ci porta in un posto che loro chiamano "Sabbia Dorata", il nome evoca piacevoli scenari che in realtà dal vivo non li rispecchiano affatto. Prima di arrivarci c'è una via piena di rifiuti, il mare non è limpido per niente, c'è però soltanto la sabbia dorata e una famiglia con un bimbo meraviglioso...
Il nostro giro termina alla fabbrica del legno dove abbiamo la possibilità di ammirare le varie fasi di realizzazione delle statue o soprammobili in legno rigorosamente dipinti a mano.
Torniamo infine in albergo, ceniamo e andiamo a dormire.


Io e Gabry alla spiaggia dorata
Fabbrica del legno


Stamattina alle h 10.30 abbiamo appuntamento con il nostro autista che ci accompagnerà alle tanto attese Rovine di Gedi (entrata 5€ a testa) dove ci sono tantissime scimmiette simpatiche e dispettose. All'interno delle rovine ci accompagna Andrea, uno studente universitario molto simpatico ed informato che fa passare piacevolmente il tour. 


Rovine di Gedi




Una volta usciti troviamo dei bambini tenerissimi, cominciamo a fare delle foto con loro e dopo un pò cominciano a chiederci delle caramelle o matite. Gli diamo un'intero pacco di biscotti e qui assistiamo ad una scena che non dimenticherò mai. Il capo famiglia che ha almeno 4 mogli (quindi immaginate quanti figli possa avere...) fa sedere tutti i bambini sulle panche in modo tale che tutti possano avere lo stesso numero di biscotti. Io, Gabry, Mary e Giusy cominciamo a distribuirli e una volta terminati un bambino scoppia a piangere perché ha ricevuto un solo biscotto. E' stata una scena che mi ha toccato il cuore infatti tutti siamo rimasti molto scossi in seguito, sono comunque contenta di averli aiutati nel mio piccolo.






Ci dirigiamo verso l'orfanotrofio dove lasciamo ad una donna del farina e del riso più tutte le matite e pennarelli che mi sono portata dall'Italia.
Qui la realtà è decisamente meno traumatica perché i bambini hanno modo di vivere dignitosamente...




Domani si riparte, Jambo Kenya, rimarrai per sempre nei nostri cuori!!!

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